Ah Roma! Quanto amo questa città!
Anche dopo 10 anni è capace di sorprendermi positivamente ogni giorno. Ogni giorno è una scoperta meravigliosa.
Ieri è successo ancora ed è stato un incontro davvero speciale.
Passeggiavo per il centro, intenta a raggiungere via di Ripetta dal Lungotevere altezza Ara Pacis, per arrivare a prendere un gelato dai Gracchi al civico 272 (Mandorlato all'arancia e pere al caramello: DIVINO) e mi imbatto in uno signore sulla settantina vestito di tutto punto e fermo in piedi di fronte il Mausoleo di Augusto.

Giro lo sguardo, in direzione del Mausoleo, e noto che il muretto a sostegno dell'inferriata posta intorno al monumento è disseminato di cartelli e oggetti. Mi avvicino e inizio a osservare e leggere le scritte sui piccoli pezzi di cartoncino o tavolette in compensato.
Alla fine del marciapiede mi giro verso il signore fermo dove lo avevo visto e decido di raggiungerlo.
-IO: Salve! Ma è lei l'autore di questo spettacolo?
-LUI: sisi è tutta opera mia!
-IO: Ma lei è un genio! E' di qui?
-LUI: Si sono di qui e lei?
-IO: Calabrese. Ma espone sempre qui?
-LUI: Si, sto sempre qui al pomeriggio. Ma lei dov'era? Non l'ho vista passare!
-IO: Si si, ho fatto tutto il percorso, la ringrazio è meraviglioso!
-LUI: grazie a lei per aver apprezzatto, ecco prenda questo.
Tornata a casa mi sono messa a fare un po' di ricerche online ed ho scoperto quintali di materiale su Fausto: articoli, servizi televisivi, un documentario presentato a Cannes ("Il museo chiude quando l'autore è stanco") e un volume che raccoglie le sue opere realizzato dal Comune di Roma.
L'arte di Fausto è fuori non solo dal museo, ma dagli schemi e dal sistema: per fare arte non c'è bisogno del denaro, per fare arte c'è bisogno dell'ingegno, del talento, della passione. Fausto usa materiali di recupero e il suo fine intelletto per comunicare, per denunciare, per scardinare e per sottolineare quali sono i "valori" della società attuale. Potrebbe essere il rappresentate di quell'idea che De Certau spiega bene ne L'invenzione del quotidiano*
L'arte di Fausto mette gioia, mette allegria, fa riflettere, fa saltare agli occhi la bellezza, quella vera.
La cultura è una notte incerta
dove dormono le rivoluzioni di ieri,
invisibili, replicate nelle pratiche;
ma le lucciole, e qualche volta
dei grandi uccelli notturni l'attraversano,
comparse e creazioni che tracciano
la possibilità di un altro giorno.
Questa notte oceanica mi affascina e mi interroga.
E' l'umanità vissuta dall'uomo
ma non conosciuta da lui.
Il sogno dove parla senza saperlo.
*
pratiche quotidiane di resistenza al potere. Egli collega le
"strategie" alle istituzioni, mentre le "tattiche" sono invece
utilizzate dagli individui per creare degli spazi propri negli ambienti
definiti dalle "strategie".
Nel capitolo " Camminando nella città", egli descrive la città come un
concetto, generato dall'interazione strategica di governi, corporazioni e
altri enti istituzionali, che producono mappe per pianificare le città
come un tutt'uno, con una percezione a volo d'uccello della città. Per
contrasto invece, un pedone che procede a livello stradale, si sposta in
modi tattici, mai pienamente determinati dalla pianificazione definita
dalle istituzioni, operando scorciatoie o vagando senza meta in
opposizione all'impostazione utilitaria delle griglie stradali. Questo
esempio illustra l'asserzione di de Certeau che la vita di ogni giorno
agisce come un processo di bracconaggio su un territorio “altro”, che
ricombina regole e prodotti che già esistono nella cultura in un modo
influenzato, ma mai completamente determinato, da quelle regole e quei
prodotti. (Wikipedia)
Io sono l'opera, presiedo il luogo, lo allestisco; il luogo è il museo, il museo non è mio.
Io sono l'opera, il custode, il curatore, l'allestitore, il cassiere, io faccio tutte le mansioni del museo, contemporaneamente.
Fausto Delle Chiaie
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